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Quali comportamenti dovrebbero tenere i  proprietari di pubblici esercizi?

SI PUÒ RIFIUTARE LA PRESTAZIONE DI SERVIZI AD UNA CATEGORIA DI PERSONE?
 

Trattandosi di una violazione amministrativa bisognerà innanzitutto fare la segnalazione al Prefetto competente che potrà comminare al gestore una sanzione che va dai 516,00 euro ai 3098,00 euro.


Nel caso in cui la discriminazione sia di tipo razziale, inoltre, sarà possibile applicare il decreto legislativo 215/2003 che espressamente prevede fra i suoi ambiti l’accesso ai beni e ai servizi, chiedendo la rimozione in via d’urgenza della discriminazione.

Sarebbe interessante anche verificare se tale possibilità sia da estendere anche agli altri fattori di discriminazione (fra cui l’omofobia) previsti nel decreto legislativo “gemello”, il 216/2003 che non prevede espressamente fra i suoi ambiti l’accesso ai beni e ai servizi, ma neppure li esclude.


In ogni caso se l’eventuale rifiuto di accesso magari anche dell’ultimo minuto, ha prodotto un danno anche solo morale, rovinando il soggiorno programmato o parte della vacanza, è possibile azionarsi in sede civile per chiedere il risarcimento di quanto patito: la giurisprudenza ha negli anni configurato infatti un vero e proprio “danno da vacanza rovinata”.

Ulteriori info: info@gaylex.it 

La risposta è no, e non semplicemente per una questione di buon senso. L’Art. 187 del TULPS (ovvero il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), infatti, espressamente prevede che “gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”.

E sicuramente la generica discriminazione di un’intera categoria di persone non può essere mai e in nessun caso un legittimo motivo, mentre può esserlo – ad esempio – rifiutare l’ingresso o la prestazione di servizi ad uno specifico avventore che magari in passato si è reso protagonista di precedenti comportamenti rischiosi sotto il profilo della sicurezza pubblica o che versa in stato di ubriachezza o similari.

COSA FARE IN CASO DI DISCRIMINAZIONE

Tolleranza Zero non dovrebbe esistere.

 

Tolleranza zero è un buon esempio di Web partecipativo. L'iniziativa permette di fare segnalazioni a chiunque sia stato soggetto a episodi di odio e intolleranza nelle strutture ricettive turistiche italiane o in qualsiasi altro luogo che ritenete opportuno citare. Vi invitiamo a diffondere sia la mappa che a scrivere di brutti episodi che vi sono accaduti: se siete proprietari di locali e volete mettere in cattiva luce il vostro concorrente.. cliccate la X in alto a destra!

 

La lotta all’omotransofobia, sessismo e xenofobia non si combatte solo a colpi di leggi dello Stato; la percezione e il conseguente atteggiamento che si ha nei confronti di particolari gruppi e situazioni personali è una questione culturale e di educazione alla diversità.

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